Sud e Isole detengono il primato, seguite dal nord e dal centro Italia. Sotto accusa sono l’area chirurgica, seguita dalla materno- infantile e medica.
In Italia le denunce vengono presentate principalmente al Sud e nelle Isole (44,5%); al Nord la percentuale scende al 32,2% mentre al Centro si ferma al 23,2%.
Le aree maggiormente a rischio contenzioso sono quella chirurgica (45,1% dei casi), la materno-infantile (13,8%) e quella medica (12,1%).
A dare risposta a questi numeri, potrebbero intervenirne altri.
Negli ultimi anni nel Sud e nelle Isole sono stati chiusi 42 piccoli centri ospedalieri, di cui 4 solo in Calabria. Questo, oltre ad aver generato un maggior carico di lavoro sulle strutture sanitarie rimaste aperte, non ha fatto in modo che venisse rimodulato l’assetto organizzativo di queste strutture, ma viceversa agli ospedali rimasti è stata imposta una riduzione dei posti letto (in Calabria si è passati da 4,47 posti letto ogni mille abitanti a 2,98).
Secondo l’ultimo Rapporto Svimez, in Italia la spesa sanitaria pro capite è di circa 1.800 euro, contro i 2.800 nella media Ue, i 3.000 euro in Francia e Danimarca e i 3.800 in Germania. Il motivo si deve proprio al divario interno al nostro Paese: circa 1.600 euro nel Mezzogiorno, 2.000 euro nel Centro-Nord.
Quali sono le conseguenze?
Sempre nel Mezzogiorno il 35,6% delle famiglie vorrebbe ricevere aiuto ma solo il 12,5% lo riceve, mentre per la qualità dei servizi sociali e sanitari, il Sud ha il più elevato tasso di emigrazione ospedaliera verso le regioni del Centro-Nord.
Se da un canto il medico deve poter lavorare nelle migliori condizioni (cosa che specie al Sud non avviene),con il diritto di esercitare la propria professionalità, di essere rispettato, e di non essere tenuto ad assecondare ogni richiesta, al cittadino non deve essere mai sottratto il giusto tempo di ascolto, dovrà ricevere informazioni comprensibili, condividere i percorsi di cura con il suo medico.
Disservizi, sfiducia, sospetto, paura minano il rapporto tra professionista sanitario e cittadino.
Questo spiega solo in parte le 300mila cause giacenti nei tribunali.
Il dato, infatti, non spiega però il 66% delle richieste di risarcimento respinte, che costa a medici e pazienti una media di 100k l’anno.
In IML nostro impegno è raggiungere l’obiettivo di avvocati e patrocinatori stragiudiziali, ovvero ottenere il risarcimento per il proprio assistito.
Non potremmo mai dar seguito a una richiesta quando riteniamo non ci siano elementi sufficienti a procedere, per questo motivo offriamo ai nostri partner lo strumento di Pre- perizia con parere di fattibilità vincolante in caso di successiva perizia medico legale, in cui indichiamo se ci sono gli estremi o meno per portare avanti una richiesta di risarcimento, nell’ottica di evitare ai professionisti e alle persone che assistono una spiacevole esperienza, emotiva e pecuniaria, andando incontro ad un rifiuto legislativo.
Nel caso di un esito positivo della Pre- Perizia, il servizio Responsabilità Garantita, non si limita alla redazione della perizia medico legale, ma comprende tutta la nostra assistenza e consulenza medico legale, sia in fase stragiudiziale che giudiziale, effettuata da più medici legali in modo che ci sia un notevole abbattimento delle possibilità di errore, oltre che una qualità eccellente dell’elaborato.
A garanzia delle nostre procedure, gli assistiti degli avvocati e patrocinatori stragiudiziali che si rivolgono a noi usufruiscono della garanzia Risarciti o Rimborsati, nel caso il CTU sconfessi totalmente la nostra perizia, o della garanzia Patto IML che permette all’assistito di non anticipare nessuna somma per il nostro servizio Responsabilità Garantita e pagarlo all’ottenimento del risarcimento con una percentuale stabilita in Pre- perizia.